LA SOLITA VOGLIA DI RIVINCITA

Cesenatico, 24 maggio 2009 : me ne torno a casa con le pive nel sacco. Dopo aver sbandierato per tutto l’anno il tentativo di completare la 9 + 9 Colli Night & Day mi tocca pagare tutte le pizze scommesse e subìre gli sfottò di coloro che ritenevano impossibile l’impresa. Niente è impossibile, infatti una ventina di colleghi randomatti ce la fa a completare il doppio giro ma il sottoscritto incappa in una giornata negativa, causa un colpo di calore è costretto ad alzare bandiera bianca, poche volte sono stato così male. Bollito sotto il sole della Romagna inizio a meditare sul modo di riscattare la figuraccia, le sconfitte fanno male ma alla fine le rivincite diventano più belle delle vittorie. Intanto ci rivedremo qui l’anno prossimo, certo la mia stagione ciclistica non è da considerarsi fallimentare, alcune belle soddisfazioni me le sono tolte ma qui ci vuole qualcosa di veramente speciale ed esclusivo. Navigando sul web l’occhio cade su una prova francese di nuova concezione, la Super Randonnèe Haute Provence omologata Audax, che prende ispirazione dalla « gemella » svoltasi l’anno passato a Cuneo. Devo essere il primo italiano ad avere questo brevetto permanente.

CHE COS’E ?

Partenza e arrivo da Carcés (Var), 609 km., 11000 metri di dislivello, 50 ore di tempo massimo, quota di iscrizione 5 Euro, avventura allo stato puro, niente ristori, niente dormitori, niente trasporto di vestiario di ricambio, niente di niente. Ognuno deve provvedere personalmente a tutto ciò che gli serve per completare il percorso. I controlli vengono effettuati facendosi ritrarre con il pannello posto in cima ai colli da scalare, necessaria una macchina fotografica digitale. Non male l’effetto « low cost » per il portafogli svuotato che mi ritrovo e che mi ha tenuto lontano dalle più celebrate prove britanniche e spagnole. I partecipanti devono scegliere almeno un mese prima la data del loro tentativo, in caso di maltempo devono comunque effettuare la prova altrimenti viene considerata nulla. Decido di partire mercoledì 19 agosto 2009 ore 8:00 sperando nel meteo. Il tutto in gran segreto almeno fino a metà luglio, nemmeno a casa sanno nulla, non vorrei che qualcuno per sbaglio si aggregasse e mi togliesse l’esclusiva della cosa ma la mia boccaccia non è stata capace di rimanere chiusa fino alla fine. Durante un viaggio in auto mi viene posta la domanda : « Che programmi hai per il mese di agosto ? » e mi sfugge la notizia… « VENGO ANCH’IO ! ».

LEI

Chi lo avrebbe mai detto ? E come si fa a dirle di no ? Beh, dopotutto potremmo essere il primo e la prima italiana, niente male come idea. Barbara, varesina, ci conosciamo da qualche anno e da un po’ di tempo la chiamo scherzosamente « sorellina » : stesso luogo e anno di nascita, stesso anno di esordio nel ciclismo ufficiale, stessa passione per le avventure estreme in bicicletta, stessa marca di automobile, stesso tipo di cellulare, il tutto senza volerlo e senza mettersi d’accordo, praticamente la mia fotocopia al femminile. Da questo momento nel racconto verrà chiamata semplicemente « Lei ». Campionessa italiana di ciclocross, a metà del guado tra il cicloturismo e l’agonismo (speriamo che la pianti lì), ultimamente si è rilanciata nelle gare a circuito correndo con i maschi ottenendo buone soddisfazioni e lasciandomi qualche preoccupazione, oddìo questa mi stronca ! Non conosce nulla del brevetto ma quando le porto la documentazione ne è entusiasta e si iscrive al volo. Nella seconda settimana di agosto ci alleniamo insieme sulle Alpi Francesi dove trascorre una settimana di vacanza in campeggio e si spara 20.000 metri di dislivello, io la accompagno solamente in due tappe, leggermente (!) provato da tutte le maratone stagionali per me Lautaret, Ornon, Croix de Fer, Telegraph, Galibier sono più che sufficienti. Grazie per l’ospitalità e la compagnia a Lele e Simona, veramente simpatici. Durante le uscite ad ogni salitina, rampa, cavalcavia le due ragazze « marziane » si scattano continuamente in faccia simulando una tappa del Tour de France e lasciandoci sbalorditi, hanno veramente una condizione strepitosa.

LA VIGILIA

Le giornate precedenti sono dedicate alla programmazione : bici con portapacchi posteriore, luci, scelta dello zaino e di cosa metterci dentro. Preparo una tabella con i passaggi ai vari controlli che risulterà molto utile, media di 16 km/h e 10 ore di riposo totali sono sufficienti per concludere in 48 ore. Per quanto riguarda la  logistica l’unico hotel della località di partenza è strapieno e siamo costretti a ripiegare sul campeggio.

Lei, la « selvaggia » è esperta del settore, io sono un po’ preoccupato per le mie ossa malandate ma tant’è, o tenda o sotto le stelle, eppoi continua l’effetto « low cost » della spedizione. Martedì 18 agosto, caricato tutto il necessario sulla capiente Fakiromobile si parte in tutta tranquillità, un incidente nei pressi di Savona rallenta la nostra marcia ma è ora di pranzo e si approfitta per la sosta, il panino non è granchè ma ci rifacciamo subito col mega-gelato. Risolti i problemi di traffico arriviamo a Carcés verso le 16. Lei inizia a montare la tenda, cerco di darle una mano per quanto possibile vista anche la mia mobilità attuale che fa veramente schifo, l’incidente di due anni prima ha lasciato un segno ormai indelebile. Un attimo di relax a bordo piscina ed è ora di cena con la classica pastasciutta, i francesi incuriositi ci passano a fianco augurandoci buon appetito, non sanno cosa si perdono… veramente gli spaghetti sono un po’ scotti ma va bene lo stesso. I nottambuli fanno chiasso fin verso mezzanotte, i più mattinieri pronti per l’escursione di giornata iniziano a vociare alle sei,

la sveglia non serve, è ora di prepararsi.

SPETTACOLO SUBLIME

Abbondante colazione, poi bisogna sbaraccare tutto perchè non ci è permesso lasciare la tenda lì per due giorni. Troviamo parcheggio poco distante, qui un super-cafone inizia a scattare foto alle auto in sosta, dice che non è possibile lasciarle davanti alla sua proprietà, ma i cartelli di divieto non si vedono. Riposte le bici in auto ci spostiamo di qualche centinaio di metri. Finalmente alle 8:45 si parte dalla piazza del Municipio. La prima parte del percorso è una delle più impegnative, in breve si sale di quota con splendide vedute sul Lago di Sainte Croix, Lei all’inizio non sembra in grande giornata ma ci mette poco a scaldare il motore. Giunti a circa 1000 metri di altitudine inizia il grande spettacolo, qui si sviluppa il più importante e forse unico canyon europeo, le gole del Verdon. Il corso d’acqua ha scavato tra le montagne spaccature profonde anche 700 metri regalando alla vista punti veramente spettacolari. Complimenti a chi ha progettato questa strada impervia e ricca di saliscendi, il suo nome è tutto un programma, « Corniche Sublime ». Il nostro è un continuo fermarsi sulle balconate delle creste del canyon per ammirare il panorama e scattare foto imitati dai numerosi turisti presenti sul luogo. Il caldo inizia a farsi sentire, dal punto di vista ciclistico mi sento come un rimorchio, come previsto appena la strada s’impenna Lei svolazza come una libellula. Dopo 80 km. prima sosta-panino nel borgo medioevale di Trigance, e che panino ! Qui la misura minima pare sia la mezza baguette, senza contare la farcitura : cipolle, peperoni, tonno, tutta roba leggerina che Lei elimina all’istante, è sufficiente il classico « jambon et fromage ». Riprendiamo, una veloce discesa ci conduce sulle rive del Verdon e da qui si risale sull’altro lato del canyon, da questo versante l’ascesa è più continua con pendenze fastidiose, la cosidetta Route de Crétes. Sono le 14 e il caldo è opprimente, per fortuna trovare fonti di acqua fresca non è un problema, ben presto mi ritrovo bagnato fradicio di sudore e non esito ad inserire le marce ridotte. La marziana non cambia registro e mi precede regolarmente di qualche centinaio di metri gustandosi il panorama, le bellezze della natura e meritandosi i complimenti di un cicloturista toscano che la vede salire col 34×19.

In cima al precipizio notiamo due aquile che volteggiano sulle nostre teste.

LA CURA DELLA BIRRA

Tornati a valle ecco un tratto di strada nazionale e qui iniziamo a fare i conti con la cosidetta « pianura francese », quella che per intenderci di pianeggiante ha ben poco, i classici mangiaebevi. Fa meno caldo mentre aumenta il traffico automobilistico, una svolta a destra e si ritorna a pedalare in tutta tranquillità su una strada secondaria, attorno a noi sterminate distese coltivate a lavanda il cui profumo ci accompagnerà per parecchi chilometri. Nella nostra direzione di marcia si profilano nubi nere e minacciose. Puimuisson, km. 151, ecco un’insegna che recita « pizzeria – snack-bar » ma sono le 18 e non danno ancora da mangiare, ci arrangiamo con quello che abbiamo di nostro, frutta, biscotti, barrette però da questo momento inizia la cura della birra, guarda caso siamo d’accordo anche su questo. Due fantastiche mezze alla spina, dissetanti ed energetiche, alla ripartenza gli effetti benefici si avvertono immediatamente, mi sento molto meglio. Non si dice « andare a tutta birra » ? Ecco l’asfalto bagnato ed alcune pozze d’acqua, abbiamo schivato il brutto tempo, dopo un ponticello su un torrente con acqua trasparente come il vetro inizia il Col d’Espinouse, sono tutti colli con nomi che non dicono molto agli appassionati ma garantisco che danno parecchio da fare, saliamo parlando e sparlando del più e del meno, Lei si meraviglia del fatto che, a contrario suo, non mi sia ancora fermato a fare pipì, in compenso ho sudato come un maiale. Dopo più di mezz’ora ci rendiamo conto di non aver incontrato NESSUNO, in questi luoghi sperduti se ti venissero a cercare manco ti trovano ! Il « coprifuoco » termina col passaggio di due auto nei pressi del raccordo con la statale.

A questo punto siamo in perfetta tabella di marcia.

I NOSTRI TIFOSI

Prime ombre della sera, con l’abbassamento della temperatura mi sento un drago, Lei a ruota fa un po’ di fatica (finalmente !) e mi avverte che forse sto esagerando un pochino, rientrato nei ranghi ad un certo punto ecco (finalmente 2 !) l’esigenza di « andare in bagno », accolta con un fragoroso applauso e, per solidarietà, fermata dietro un cespuglio per lo stesso motivo. Luci accese e giubbino notturno indossato, ecco il Col de Fontbelle valicato ormai al buio, in silenzio ascoltiamo i richiami della civetta e l’abbaiare di cani in lontananza. Scattare la foto-controllo al pannello diventa un’avventura, puntiamo tutti i fari a nostra disposizione, il flash e qualche ritocco al computer faranno il resto. La strada rimane in quota per qualche chilometro, due pecorelle « smarrite » alla nostra vista si dileguano nel bosco, in discesa non si vede molto, è tempo di luna nuova e manca la segnaletica orizzontale, sopra di noi una fantastica stellata che si ripeterà la notte successiva, Lei su una curva si distrae ammirando su un dirupo il castello illuminato a giorno e sbaglia traettoria, le urlo « Dove vai ? », appena in tempo per bloccare i freni e riprendersi. Sisteron, cittadina della valle della Durance, km. 237, sono le 22:30 e non c’è anima viva, per fortuna proprio in centro ecco l’unico locale aperto, una paninoteca. Seduti al tavolino alcuni giovani di origine nordafricana che diventano ben presto nostri tifosi. Solito paninazzo e birra media. All’esterno tira un’arietta fastidiosa, Lei colta da abbiocco si accuccia in un angolino del locale, il titolare gentilissimo ci concede di riposare fino all’orario di chiusura.

Cerco anch’io di dormire, un fastidioso dolore alla gamba incidentata mi impedisce di farlo, e pensare che una volta risalito in sella sparisce del tutto, per me solo una decina di minuti con la testa appoggiata sul tavolino. Bardati di tutto punto con gambali e manicotti rieccoci per strada, una strombazzata di clacson, sono i nostri « tifosi » che ci salutano rientrando a casa.

OGGI LE COMICHE

Sul nostro cammino incontriamo dapprima una volpe che ci attraversa la strada, poi una famigliola di tassi e uno scoiattolino, purtroppo pare sia usanza locale lasciare liberi i cani contro i malintenzionati, uno di questi grosso come un cavallo è molto minaccioso e ci rincorre abbaiando per un centinaio di metri, che fiatone !

Per limitare altri inconvenienti del genere procediamo affiancati per molti chilometri. Finalmente un tratto di pianura vera, sembra incredibile, pur non vedendo quasi nulla questa strada mi piace un sacco, da buon milanese mi ricorda qualcosa di familiare… Saint Etienne les Orgues, ore 2:30, altro check-point. Propongo una

sosta-sonno per non arrivare in cima ai Monti della Lure beccandosi l’aria gelida ed affrontare la pericolosa discesa con il buio, si arriva vicini ai 1800 metri di altitudine.Troviamo un parapetto che fa al caso nostro e ci ripara dalle correnti, sveglia puntata alle 4 ma anche stavolta dormo pochissimo causa il solito dolore, non riesco a trovare una posizione che non mi faccia stare male. Ecco la sveglia, ho tolto anche le scarpe, Lei nel tentativo di aiutare a rialzarmi scivola e per non cadere mi rifila un pestone tremendo sull’alluce, trattengo a stento l’urlo di dolore che farebbe svegliare tutto il paese, uno piange l’altra ride a crepapelle, una scena degna dei famigerati Mondaini – Vianello.

ATTIMI DI CRISI E IL… SEDERON

Pas de la Graille, 18 chilometri di salita sempre uguale, nauseante, veniamo sorpresi da folate di aria calda che aumentano la sensazione di noia, altra breve sosta sdraiati a bordo strada. Finalmente in cima dopo due ore di marcia, il paesaggio è lunare, la discesa freddolosa soprattutto in mezzo al bosco, al primo bar aperto un bel tè caldo (niente birra stavolta), colazione completa e Lei trova anche le amatissime meringhe. Inizia la risalita nella valle dello Jabron, qui la strada non è certo banale, paesini caratteristici sulla cima di ogni salitella, un automobilista distratto ci procura una bella scarica di adrenalina allargando troppo una curva, me lo sono visto addosso. Nei tratti ombreggiati l’asfalto è ancora umido, a bordo strada notiamo dei mucchi di… grandine ! La sera prima il temporale è passato anche di qui, l’abbiamo scampata bella. Siamo sempre in orario rispetto a quanto previsto però ricomincia a fare caldo e ciò aumenta il mio rimbambimento da sonno arretrato, le gambe girano poco e se fossi stato da solo come programmato in origine non so se avrei proseguito, la presenza di Barbara in questo momento di crisi è fondamentale per i suoi continui incoraggiamenti, capisco quanto sia bello e importante condividere con qualcuno questo tipo di avventure al limite. Viste le nostre condizioni di forma pensavo di non avere problemi a concludere il brevetto ma vista sul campo l’effettiva difficoltà del percorso e le condizioni bestiali di calura purtroppo mi devo ricredere. Un altro momento di ilarità quando raggiungiamo un bivio con deviazione verso una località dal nome alquanto curioso… Sederòn ! Mi piacerebbe tanto « visitare » questa cittadina ma non c’è tempo. In testa alla valle valichiamo il Col de Macuegne, subito dietro l’ultimo tornante ecco profilarsi la sagoma dello spauracchio più temuto alla vigilia, il celeberrimo Mont Ventoux.

La successiva discesa è velocissima.

AL LADRO !

Montbrun, km. 355, ci fermiamo alla fonte per riempire le borracce. Nel tratto seguente finalmente un po’ di vento a favore, dopo aver percorso qualche chilometro un urlo lacerante alle mie spalle : « LO ZAINO ! NON HO PIU’ LO ZAINO ! » Soltanto ora si rende conto di non averlo in spalla. Oddìo. Furto ? Dimenticanza ? Io non mi sono accorto di nulla, in questo frangente ero stato sempre avanti. Fattostà che Lei gira la bici, faccio per seguirla ma vedendomi ancora in crisi di sonno mi costringe (!!!) a fermarmi all’ombra a riposare, sentendosi in colpa torna indietro da sola. Figurarsi se riesco a chiudere occhio con tutti i pensieri che mi frullano nella testa, passano i minuti e i cellulari qui non funzionano, ripercorro anch’io la strada al contrario, il vento stavolta mi respinge, nel paese dapprima non riesco a ritrovare Barbara… eccola laggiù che chiede ancora ai passanti se hanno trovato « le sac ». Per fortuna soldi, telefono e documenti sono sempre nel marsupio sul manubrio, le manca tutto il vestiario e gli occhiali da vista. Stanotte ci arrangeremo con il mio cambio vestiario ancora pulito, proviamo a consolarci con… paninazzo e birra, con tutto questo bailamme ormai ci siamo giocati la tabella di marcia, ritardo di due ore e mezza.  Col de Fontaube, l’asfalto scuro appena rifatto manda un calore insopportabile, sicuramente attorno ai 40 gradi, poi continui saliscendi e il Ventoux, « La Bestia » che ci attende. Ore 14:30, se saliamo ora potremmo diventare delle braciole alla griglia, ecco la mossa che risulterà decisiva : nonostante il ritardo sulla tabellla sosta-sonno fino alle 16 nei pressi di una fontana,

lo zaino rimasto fa da cuscino per entrambi. Stremato, finalmente riesco a riposare un pochino.

ECCO « LA BESTIA »

Malaucene, dopo 400 km. siamo alle prese con una delle salite più temute al mondo. Una dissetante Coca-Cola, Lei mi strappa lo zaino dalle mani, se lo mette a tracolla ancora col rimorso di quanto successo a Montbrun e scappa via sulle prime rampe, è una macchina infernale da ciclismo. Manco provo a seguirla, in cima mi rifilerà un bel quarto d’ora di distacco. Ripenso all’avventura di cinque anni prima quando mi sono laureato Galérien del Mont Ventoux scalando « La Bestia » per quattro volte in una giornata, altri tempi e si vede, nel tratto centrale quello più ripido il contatore non segna più di 7 km/h. Come previsto a quest’ora la temperatura si è leggermente abbassata però, anche con qualche rischio, cerco i tratti all’ombra sul lato sinistro della carreggiata. A cinque chilometri dalla vetta entriamo in un bar, abbiamo finito l’acqua ma non ci danno retta, sembra diamo fastidio, dopo dieci minuti di inutile attesa ce ne andiamo schifati, troviamo un rubinetto sul retro e alla faccia loro ci riempiamo le borracce. Ecco la pietraia, il ripetitore, le prime raffiche di Mistral,

fatto ! La foto scattata in cima diventerà un poster, e adesso mia cara lo zaino te lo tieni anche in discesa, ti aiuterà a rimanere in equilibrio nonostante la tormenta del Ventoux. Sono le 19:10, fatti due conti… direi che non siamo proprio spacciati, ce la possiamo fare. La discesa con tutte le scritte inneggianti ai campioni del Tour de France è qualcosa di esaltante, prima del calar delle tenebre mi riapproprio dello zaino  e si sale al

Col des Abeilles, l’ultimo della serie, ma le salite non mancheranno di sicuro, qui la pianura rimane « francese »… 

STUPENDA ULTIMA NOTTE

Sault, km. 465, ore 21:30. Stavolta con la birra ci va una bella pizza, qui sono molto solleciti nel servire. Lei mi vede nervoso e ha ragione, per la riuscita del brevetto ora deve andare tutto alla perfezione. Io la vedo stanca e ci mancherebbe altro, viste le caratteristiche del percorso il copione della parte conclusiva sembra già scritto, Fakiro in testa al gruppo con andatura regolare ! Facciamo la conta di cosa è rimasto, le ginocchiere a te, i copriscarpe a me, le offro il mio giubbino e i manicotti rosa Biciclissima, vestita con i nostri colori sembra un confettino. Niente caffè, nel parcheggio adiacente spuntano due panchine, sonno profondo con sveglia calcolata alle 23:30, nessun dolore. In perfetta forma per il rush finale. Vado a svegliare Barbara poi mi nascondo dietro le auto in sosta perchè devo fare qualcosa di importante… Non fa nemmeno freddo, da qui in poi strade deserte fino all’alba, i soliti animali incontrati sul percorso, lunghi quarti d’ora di silenzio soli con il fruscìo delle ruote, ogni tanto un « Come va ? Tutto a posto ? ». La stupenda volta stellata è un ottimo presagio, un interminabile rettilineo in mezzo alla foresta, è qui che il passistone si esalta mulinando il 50×13, Lei si affianca dicendo « Ti stai divertendo eh ? », « Ma veramente sembra in leggera discesa… o sono una Bestia ? », « Sì, la vera Bestia sei tu ! ». Come colonna sonora provo ad intonare « La Cavalcata delle Valchirie », Lei ride divertita, poi i suoi occhi si chiudono, a Forcalquier vuole farsi un sonnellino ad una fermata dell’autobus coperta, naturalmente ne approfitto anch’io tenendo sempre l’orologio sotto controllo per puntare la sveglia. A Oraison le uniche piccole indecisioni sul percorso, fin qui road book semplicemente perfetto, continuano i saliscendi, nella zona tra Valensole e Quinson abbiamo superato una ventina di cotes.

ECCO I VINCITORI

Allemagne en Provence, ultimo check-point a 47 km. dal traguardo, possiamo permetterci un ulteriore riposo per affrontarli con la dovuta lucidità, un’altra fermata dell’autobus ben riparata (sembra un bunker) è il nostro letto fino alle 6. Ripartenza all’alba, ultima foto-controllo poi un’altra in un’incantevole scorcio con il fiume Verdon (sì, è sempre quello) a far da protagonista. Nell’ultimo tratto è prevalente la discesa, era ora !

E ci diamo battaglia alternandoci al comando a velocità sostenuta, ma da dove arrivano tutte queste energie ?

In cielo due aerei con le loro scie disegnano una « X » quasi a simboleggiare la nostra vittoria e all’ultimo chilometro veniamo accolti dal volo di due colombi (o piccioni ? ma a me piace immaginarli colombi) proprio davanti alle nostre bici, direi che all’arrivo dei Campioni l’organizzazione è risultata perfetta.

Ore 8:45, ma in tabella non avevo previsto proprio 48 ore ??? Questa è la ciliegina sulla torta.

Doccia, colazione e ronfata galattica sui materassini in un’area attrezzata per gli sport di avventura, i ragazzi fanno casino ma chi li sente. A metà ritorno super-mangiatona in un ristorante del Monferrato.

Due ringraziamenti : a tutti gli amici e colleghi a conoscenza della nostra avventura che ci hanno sostenuto e incoraggiato e ai nostri meccanici Diano Paccagnella e Alberto Chiesa che ci hanno fornito due « cavalli » in condizioni perfette, durante il nostro viaggio non abbiamo registrato nessun inconveniente meccanico.

Avvisateci prima di partire, così ci risparmiamo il peso delle brugole e dei cacciaviti…

Fakiro – Fulvio Gambaro

Sommaire
Éditorial par Jean-Gualbert FABUREL page 4
Hommage à Michel MAZE par Bob et Suzanne LEPERTEL page 5
Sorties privilégiées par Rémy HUGON page 6
Flèche Vélocio par Thierry MITTON page 9
Remerciements par Marie-Thérèse MARTIN page 9
Nouvelle par Roger MARTIN page 13
En lisant les autres par Robert LEPERTEL page 15
Récits de Grandes Randonnées : 1001 Miglia par Alain COLLONGUES page 16
Randonneurs Mondiaux par Jean-Gualbet FABUREL page 23

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Cette année encore André n’a pas failli à la tradition pascale des traces Velocio.
Il a réussi à motiver une équipe supplémentaire au total 3 traces de 6 cyclos toujours avec ses 3 Cheftaines.
Composition des équipes :
Cheftaine : CHANTAL : Claude – Jean Noël – Yves – Francis – René
Cheftaine : FLORENCE : Hervé – Michel – Jean Claude – Charles – Alain
Cheftaine : JOSETTE : Martial – André – Patrice –Yves – Joël (les noms en italique sont les copains qu’André a motivés pour Pâques 2009)
André nous avait préparé 3 parcours passant par SAHUNE afin de retrouver comme chaque année son copain d’équipée de jadis : Gilbert. Lorsque début mars nous avons voulu réserver l’hôtel habituel était déjà complet.
André a dû revoir sa copie en fonction de l’hébergement, ce qui ne fut pas facile (gîtes et hôtels alentour étaient déjà réservés depuis 6 mois. Nous avons trouvé à Malaucène, ce fut le point de ralliement des 3 traces.

Toute la semaine la météo était très défavorable pour le samedi. André était très inquiet, il avait travaillé depuis 3 mois sur ces parcours, sur le ralliement des copains, lors des réunions mensuelles en faisant des exposés, nous proposant depuis janvier un programme d’entraînement le samedi. Il avait envisagé un parcours plus direct et plus court, cela lui était impensable d’annuler. Finalement le vendredi soir il était prévu pour samedi un temps couvert, vent sud est, soulagement pour tout le monde.

Samedi matin nous nous retrouvons tous au club pour un café commun puis chaque trace prendra son départ.

Nous sommes partis les derniers, vent défavorable jusqu’à Ginasservi, puis bien aidé jusqu’à Vinon où nous avons fait une pause café. Nous avons repris notre route jusqu’à Oraison (tampon) où un copain d’André est venu nous saluer. Nous sommes repartis direction Les Mée, temps très agréable pour rouler. A midi nous étions à Château Arnoux pour le casse croûte, après une délicieuse tarte aux fraises offerte par Patrice et un café, nous étions prêts pour reprendre la route qui nous emmenait dans la vallée du Jabron.
Nous longeons la rivière gonflée par les pluies et la fonte des neiges du versant Nord du Ventoux dont nous apercevons le sommet encore enneigé.

Arrêt à Noyers sur Jabron pour tamponner, direction Montfroc, joli village, puis ascension du col de la Pigière sans difficulté dans ce sens et belle descente sur Séderon où nous ferons une petite pause collation. A cet instant j’ai un message d’Alain (trace Florence) me signalant qu’il était arrivé à Malaucène, il était 15h. Nous avions fait 160kms, il nous restait une petite soixantaine, nous repartons direction Buis les Baronnies, nous retrouvons la trace de Chantal dans un café, nous partageons un petit moment, échangeons nos impressions, après quoi nous rejoignons Malaucène où nous arrivons à 17h30 et 217kms accueillis par la trace de Florence.

Après une soirée très agréable et une bonne nuit, nous étions prêts pour repartir, le temps de prendre le petit déjeuner. Nous espérions échapper à la pluie, mais elle nous a accompagné jusqu’au Pontet. Nous sommes arrivés trempés et frigorifiés, nous précipitant vers les boissons chaudes.

Je retrouvais Marie Thérèse qui depuis le départ transportait nos affaires, récupérait mon sac pour pouvoir enfiler cuissard et chaussettes secs ainsi qu’un pantalon de K-way avant de reprendre la route d’Aix. Encore merci Marie Thérèse.

Je me dirigeais ensuite en essayant de me frayer un passage à travers tous ces cyclistes mouillés, vers la table d’Yvette Pendu afin de procéder à l’homologation des traces. J’ai laissé le soin à André de récupérer les médailles, pour aller me changer et retrouver le groupe qui rentrait sur Aix en vélo.

Nous étions 8 à reprendre la route, (Michel, Martial, Patrice, Alain, Jean, Claude, Yves Joèl et moi-même) la pluie nous accompagnait toujours mais moins forte. Après une halte à Cheval Blanc, Michel et Martial préférant continuer, Patrice a pris la route de Pertuis, les autres Maillemort ; 3 kms plus loin, arrêt pour crevaison, c’était Joël, heureusement il ne pleuvait plus Après que Jean Claude eut examiné le pneu dans ces moindres recoins, nous voilà repartis, nous nous sommes séparés au carrefour de Puyricard, notre ami Joël a de nouveau crevé. Deux crevaisons pour le même cycliste sur 18 cyclos sur 2 jours dont un particulièrement arrosé.

JOSETTE

Oui, bien sûr : c’est la fête mais une fête quelque peu gâchée par la pluie en ce dimanche matin de Pâques 2009. Mais qu’importe, les méfaits trois heures durant de cette « douche matinale » sont déjà presque oubliés et nos souvenirs se focalisent à présent sur l’amitié, la convivialité et les itinéraires tracés et parcourus dans notre chère Provence. J’ajoute, pour ma part, le plaisir, la joie, la satisfaction d’avoir pu persuader, emmener, convaincre 18 de mes amis du C.S.P. à participer cette année grâce à ce brevet à PAQUES en PROVENCE dans le souvenir de notre guide spirituel à tous : Paul de Vivie, alias VELOCIO.

Samedi 11/04 : A 6h30 au local du club les 18 traceurs sont là malgré une météo erratique annoncée. J’ai « flippé » pendant toute la semaine à cause des incertitudes climatiques dont certaines prévoyaient des averses drues sur tout le pourtour méditerranéen. Ouf !! Soulagement et satisfaction pour ce rendez-vous matinal puisque certains m’avaient clairement précisé : « s’il pleut au départ, on ne part pas ! »… Corollaire : il ne pleut pas au départ, donc on part. Les capes et les k-ways sont tout de même fixés en bonne place sur les portes bagages….Pour la suite : on verra bien.

Nos objectifs, atteindre par 3 parcours différents notre étape du samedi soir fixée à MALAUCENE.

La première trace (168kms, 2000 et des poussières mètre de dénivelé) à rejoindre l’étape fut celle de FLORENCE cheftaine émérite qui se joue des cols et des pentes. Elle a su persuader son équipe pour mener un train soutenu et imposer des arrêts très courts dans le souci de devancer les gros nuages noirs et menaçants qui leur couraient après… Il est vrai que j’avais détendu leurs horaires dans le secret espoir de les rattraper et de « rentrer » ainsi tous ensemble à MALAUCENE. Ils étaient sur place à 15h30. Ah ! Quand même!

CHANTAL cheftaine efficace et prévoyante, soutenue par l’ami RENE son mari, dirigeait la trace comportant quatre nouveaux traceurs (200kms et 1700 m environ de dénivelé). Des amis qui, au demeurant, malgré leurs petits doutes passagers, cachaient bien leur jeu puisqu’ils attendaient gentiment et depuis un grand moment notre arrivée (la 3ème trace) à BUIS LES BARONNIES devant une boisson chaude et réconfortante afin d’effectuer les 25 derniers kilomètres de concert.

La troisième trace du C.S.P. sous la férule (sic, ce n’est pas vrai du tout) de JOSETTE cheftaine volontaire et à l’efficacité recherchée, s’égayait au départ vers les collines de GINASSERVIS (217kms et 1800 de dénivelé calculé sur la MICHELIN) …..Remontée facile le long de la DURANCE puis, col de la PIGIERES aboutissement de la longue vallée du JABRON sur 30kms. JOSETTE suivie de trois pourfendeurs de cols attaque dès le départ cette longue montée, l’ami PATRICE sacrifie son envolée et reste avec moi, pour que chacun comme l’affirme l’adage bien connu des cyclos « monte à sa main » ….non, « à son pied » puisque ce sont eux qui appuient sur les pédales…. Non, non « à sa main » puisque ce sont elles qui tirent sur le guidon !?… Enfin, bref ! j’ai beau « faire des pieds et des mains », me voilà bon dernier à présent. Mais, au fait, ne pédale-t-on pas aussi avec son cœur au propre comme au figuré ?

BUIS LES BARONNIES passée et le regroupement effectué avec la trace 2, nous arrivons vers 18h00 au terme de notre étape sans une goutte d’eau …..le top !

Dimanche 12/04 : 5h45, réveil. Ce matin, 68kms sans aucune difficulté à effectuer jusqu’au PONTET, les trois traces réunies : une formalité.

Dès l’ouverture des volets, il pleut…. Aïe, aïe pour la formalité ! Départ aux aurores vers 7h00 sous la pluie battante qui restera incessante durant tout notre trajet de 2h1/2 environ.

Très pénible et attention soutenue pour rouler groupé : sécurité oblige. A l’arrivée, affluence record sous les capes, les K-ways, les casques qui dégoulinent et les chaussures débordant d’eau. Ce n’est guère propice pour favoriser la convivialité. Quand on se remémore FREJUS il y a 2 ans… quel comparatif ! Mais les organisateurs ont su s’adapter et gérer.

Conclusion : « La trace 2009 est morte, vive la TRACE 2010 »

Elle se tiendra à SAULT au pied du VENTOUX, le géant de Provence apprécié de la gent cyclotouriste. Il faut souhaiter qu’elle se déroulera sous de meilleurs auspices climatiques et si vous me donnez nouvelle mission d’organisateur, je serai là pour vous servir….J’ai déjà commandé le soleil, à moins …qu’il ne pleuve à seaux ou à SAULT (c’est à vous de voir).

André BECCAT – CSP Avril 2009

PS : 1) La médaille souvenir remise par l’ACP est à présent rangée sur nos étagères et dans nos cœurs. Seule MARIE THERESE n’a pas eu de médaille ; elle ne pédale pas. Mais c’est une énorme coupe qu’elle a gagnée : la coupe de la gentillesse et de la serviabilité ; 19 sacs transportés dans sa voiture ! Le ferions nous !

2) un satisfecit tout particulier et très appuyé pour Yvette PENDU déléguée ACP à l’organisation des TRACES VELOCIO. Malgré l’affluence et la bousculade des cyclos mouillés, crottés et pressés, elle ne s’est pas impartie de son sourire.
Remerciements chaleureux et un grand BRAVO.

Les équipes du CSP :
FLORENCE – JEAN CLAUDE – CHARLES – HERVE – MICHEL – ALAIN
CHANTAL – RENE – YVES G. – FRANCIS – CLAUDE – JEAN NOEL
JOSETTE – PATRICE – YVES I. – MARTIAL – JOEL – ANDRE

Sommaire
Éditorial page 3
Flèche Vélocio page 4-9
Flèchette Vélocio page 10
Traces Vélocio page 11-17
Flèches de France page 18-27
Gentlemen Parisiens page 28-29
Tour de Corse page 30
BRM Français page 31-33
BRM Français calendrier page 34-35
BRM Français Organisation ACP page 36
Randonneur 5000 page 37
Flèches Nationales page 38-45
Randonneurs Mondiaux page 46
BRM Etrangers pays organisateurs page 47-48
BRM Etrangers clubs organisateurs page 49-50
BRM Etrangers calendrier page 51-57
Correspondants Etrangers page 58-59

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Pour ce brevet BRM300, nous étions 14 au départ et 14 à l’arrivée : est-ce l’heure matinale (4h 00) toujours est-il que l’affluence était plus modeste qu’au brevet de 200 avec pourtant une prévision météo nettement plus favorable.

Pour ce Samedi, nous avons bénéficié d’un vent d’ouest léger au départ mais qui nous a peu aidé car des Mirepoix (k67) il ne soufflait plus .
En revanche, lorsque nous avons viré un peu après Lagrasse dans les gorges du Congoust pour nous orienter vers Carcassonne, le vent s’était renforcé et la progression retour jusqu’a Laure Minervois puis Bram s’est faite plus difficilement avec une chute importante de la moyenne.

Assurant l’accueil départ à partir de 3h30 jusqu’a 4h55, nous sommes partis avec mon collègue de Muret avec qui je roule en tandem en préparation de Bordeaux-Paris, nous avons pas mal profité du vent favorable pour reprendre un peu du retard et croiser ainsi à Mirepoix la plupart des participants qui quittaient le contrôle après un arrêt au café. Dans la descente vers Limoux, de gros nuages sombres ne laissaient rien présager de bon, résultat assuré puisque c’est une bonne douche qui nous a cueilli permettant ainsi de maintenir les pieds humides une bonne partie de la journée .

La longue montée vers le col St Pierre (nom à confirmer!) puis la plongée sinueuse vers Lagrasse se sont faits sous un soleil retrouvé : après 155kms, c’est l’arrêt de rigueur au bistrot sur la place ombragée de Lagrasse, nous retrouvons l’ensemble des participants attablés qui devant un café, une eau pétillante ou un soda.

Avec le tandem, nous avons mangé notre pain blanc, car c’est désormais les sections montagneuses qui nous attendent en particulier celle qui nous conduit au col de l’étoile (qui a perdu son panneau) à partir de Montlaur. A Laure Minervois, c’est le regroupement général car aucun commerce n’est ouvert. Par chance, un proche d’un cyclo du groupe de Caussade habite le village et se parvient à se procurer le tampon du club de foot local : la carte postale est évitée.

Le retour face au vent est usant en particulier sur la route toute droite entre Villesequelande et Bram. Sur la piste cyclable, avec le tandem, nous arrivons à prendre quelques minutes au gros de la troupe afin d’être présents pour l’accueil arrivée et offrir des boissons à tous.

Vélo Evasion Saverne Env.(67)
CT Demi-Siècle (42)
AS Mairie CU Strasbourg (67)
Am. Cycliste de Pipriac (35)

Trace Vélocio

Pâques en Provence

St-Paul-Trois-Châteaux
21 au 24 mars 2008

Sous l’impulsion de Solange Folacher, Béatrice accepta de participer avec Gaby à cette 1re Trace Vélocio exclusivement féminine. Pour moi également ce fut une 1re avec l’équipe masculine. Le simple fait de s’inscrire, nous a déjà fait faire 800 km de préparation, ce qui ne nous était jamais arrivés à cette époque de l’année. Le TGV et le TER nous amènent sans problème à La Valbonne. La maison des Folacher faisant office de chambre d’hôtes pour nous, Gaby et Jean. Un excellent repas en compagnie de Michel et Monique, agrémenté d’un Tain l’Hermitage hors catégorie que Jean a sorti de ses sacoches, nous aide à passer une nuit des plus paisibles. La presse est au rendez-vous à l’accueil et ce surprise, également le lendemain matin à 6 h.

Les féminines partent après la photo. Louis arrive tranquillement pour pouvoir partir à 7 h (la communication n’a pas dû passer). Le froid saisit les participants dans la descente de Béligneux. Ce n’est pas le va et vient des avions de l’aéroport St-Exupéry qui réchauffent l’atmosphère. Le grésil accompagne les participants pour la montée à l’Alouette. Les ruelles de Vienne sont vides et la chaussée très mauvaise. Par la suite un bout de piste cyclable puis l’ancienne N86 présente un revêtement plus adéquat.

La 1re crevaison fut pour Louis. René l’aide à réparer tout comme il me donne un coup de main à ma 1re. Tandis que tout le monde est au sec au restaurant tenu par la nièce de Germain à Serrières, les deux infortunés avec Georges se payent une de ces averses de grêle, d’une rare violence. Dans la traversée de Sarras, point de femmes, alors que l’endroit est très connu.

Maurice rejoint le groupe, ses compagnons devant la noirceur du ciel ont rebroussé chemin. Mal leur en prit, puisque l’un d’eux eu un accident, heureusement sans conséquences graves.
Chemin rural et photo devant la résidence du président d’honneur Jean Lebreton. Facile de rejoindre après 150 km, l’Epervière à Valence avec Maurice. Très bon accueil, les chambres y sont spacieuses, le séjour en juin s’annonce sous de bonnes auspices. Au départ le lendemain à 6 h, crevaison, les doigts de René m’aident efficacement. La météo est moins rude ce matin que la veille. Achille accompagne Jacques en difficulté.

Les groupes roulent plus vite pour faire les 85 km restant, pressés par le temps. Michel se fit relayer par de belles jeunes femmes. Il y a des compensations à rouler seul.
La Trace féminine avec Solange, Gaby et Béatrice arrive la 1re. Les hommes tremblèrent un petit peu, la roue de René s’est prise dans une couverture à l’entrée de St-Paul. Finalement tout le monde était à l’heure (10 h 30 – 11 h).

Passage au stand DS, puis file d’attente et repas avec une température très fraîche. Solange, Louis et René accompagnent Nicole l’après-midi à l’Abbaye d’Aiguebelle. Lundi de Pâques, il neige à 9 h, tout le monde range les vélos dans les voitures. Les Alsaciens(nes) reprirent le train à Bollène grâce à Guy et Georges (la gare est à 4 km, dans un environnement très délabré) pour un retour très chaotique.
Les remerciements vont aux Folacher, pour l’incitation et l’organisation de cette Trace. Le rendez-vous est pris pour Le Pontet en 2009 avec en plus peut-être une Flèche. Avis aux amateurs et amatrices.

Laurent Guth

Nous sommes très heureux d’avoir réalisé de nouvelles traces en 2008 et d’y avoir conduit des cyclotouristes alsaciens et alsaciennes qui ne connaissaient pas ces épreuves et qui vont les faire découvrir dans leur région.
Nos équipes n°30 et 31 ont effectué ces traces au nom des Cyclotouristes du Demi-Siècle qui sont une association de clubs FFCT de France et de l’étranger et qui possèdent aussi un club de 102 personnes réparties dans toute la France.
Les membres de l’association étant inscrits au vue de leur licence conservent leur n°de club, ceci explique pourquoi la composition de nos équipes était si disparate.
Nous avons mis en évidence que bien que venant de différentes régions de France nous pouvions réaliser des projets en équipe unis par la même passion du vélo.

Club: Cyclotouristes du Demi-Siècle 00689
Pour connaitre notre association: site www.cyclos-ds.com

TRACES VELOCIO 2008 – équipe 26

C. CHABANEL, L. BOURGEAUX, M. MORIQUAND, F. JULIEN et N. PEYRARD

C’était génial ! La date de l’an prochain est déjà retenue et l’équipe est presque au complet ! (Laurence)

Belle aventure humaine !! (Claudette)

Beaucoup de chance pour ce week-end de Pâques car la météo avait annoncé trois jours pluvieux, heureusement on a eu 3mn 30s de pluie juste le temps de prendre le poncho !
Claudette nous avait organisé un très beau parcours. Nous avons pu admirer de très beaux paysages. De plus, nous avons passé deux agréables soirées car l’ambiance était très chaleureuse. J’espère pouvoir renouveler cette expérience l’année prochaine !! (Francette)

Ce fut une belle ballade en équipe où nous avons su gérer nos efforts et ménager chaque membre de l’équipe avec un itinéraire astucieux tant en dénivelé qu’en direction (nous sommes parties plein Sud) et j’ai pu apprécier la route touristique des Côtes du Rhône avec ses villages en pierre et enfin la vue sur le Ventoux enneigé et ensoleillé seulement sur son sommet (Michèle)

Bon week-end

– « Les  » Traces Vélocio  » pour Pâques, ça te dirait ? »
Nicole, déjà très (trop ?) habituée à entendre de ma part ce style de proposition incongrue, se méfie, en général :
– « Et c’est quoi, précisément, une  » Trace Vélocio  » ? »
– « C’est presque pareil qu’une  » Flèche Vélocio  » mais sans la nuit ; c’est « cool », non ? »
– « Pourtant, nous avions dit qu’à Pâques, nous ne ferions rien cette année ; non, non, une autre fois ! »
– « C’est vrai, mais nos petits problèmes de santé sont désormais réglés et puis ça nous ferait un bon entraînement pour nos 2 Diagonales de fin avril – début mai ; n’oublie pas que nous manquons de kilomètres cette année ! »

Finalement, Nicole a rapidement convenu que mon projet n’était pas insensé, confortée par la perspective d’une participation ensoleillée à la Concentration Nationale de « Pâques en Provence » à laquelle nous ne sommes pas allés depuis 3 ans. De plus, cette année, le lieu choisi de St-Paul-Trois-Châteaux se situe pratiquement le plus au nord possible, donc le plus proche de notre domicile angevin. Seul pouvait subsister un petit problème : la date précoce de Pâques 2008 ; mais bon, il peut faire très beau un 23 mars et très mauvais un 15 avril, n’est-ce pas ?
Nous sommes donc partis le samedi 22 mars de Louhans, petite sous-préfecture de Saône-et-Loire de 6500 habitants éventuellement connue pour ses rues pavées aux 157 arcades, son équipe de football longtemps en Ligue 2 (en association avec Cuiseaux), mais surtout pour ses poulets de Bresse.
Lorsqu’à 6 h 11 exactement, nous lançons nos roues sur le bitume louhannais, celui-ci est recouvert d’une fine pellicule de givre et de verglas. Les flaques sur les côtés de la route sont bien gelées. Dans la ville, un camion passe au bout d’une rue …
Nicole : « Ce ne serait pas une saleuse ? »
Moi : « Pas plutôt les éboueurs ? »
Nicole : « T’es bien sûr ? »

À vrai dire, je n’en sais trop rien, mais bon, on va essayer de rouler en prenant beaucoup de précautions sachant qu’au départ, les routes prévues devraient être relativement plates et rectilignes.
Nous adoptons donc un ridicule braquet de 42 : 23 sur le plat et essayons d’aller bien droit en évitant bien sûr les coups de frein et les dévers de la chaussée. Bientôt, le jour se lève et les nuages daignent laisser la place à un soleil généreux qui réchauffe un peu une atmosphère qui en a bien besoin. Nous croisons une saleuse (là c’est sûr ! ) qui nous projette au passage un peu de sa cargaison salvatrice (ils doivent nous prendre pour des fous ! ). Et bientôt, les cristaux de glace se liquéfient, mais il a fallu pour cela dépasser Varennes-St-Sauveur et accomplir une vingtaine de km bien stressants.
Un assez fort vent de face s’est vite levé, mais maintenant au moins, on peut rouler sans appréhension ; tant pis pour le vent ! Cependant, il ne fait toujours pas chaud surtout que le soleil se cache trop vite ; heureusement que nous avons adopté la panoplie « lourde » adéquate !
Bourg-en-Bresse (km 50) est passée sans problèmes ni de circulation, ni de navigation. Cependant, le ciel s’assombrit de façon inquiétante et d’assez fortes chutes de neige ne tardent pas à s’abattre sur nous. Par chance, elle fond au sol, mais cela dure bien 20 à 25 km, pratiquement jusqu’à Chalamont, point culminant de la Bresse aux vieilles fermes caractéristiques.
À Meximieux (km 89), il est temps de faire une première pause. Etant donné notre harnachement, nous préférons nous arrêter moins souvent mais plus longtemps. Là, cela durera une heure, le temps de faire nos emplettes et de bien manger au fond d’un bar douillet. Nous avons eu la chance de sécher à peu près avant l’arrêt, mais, sitôt repartis, c’est la pluie qui, cette fois, prend le relais, le vent restant lui toujours défavorable. Mais nous avançons correctement compte tenu du chargement et des mauvaises conditions météorologiques. Alors, la situation pourrait être pire !
Après nous être hissés à 345 m d’altitude, à l’horizontale de Lyon, du côté d’Heyrieux, c’est la plongée sur Vienne et la Vallée du Rhône et curieusement, le vent devient alors plutôt favorable, nous permettant même d’utiliser le grand plateau. Que c’est agréable de voir le compteur s’affoler, dans la facilité, alors que depuis ce matin, nous en avons quand même un peu bavé !
Le Rhône franchi, nous filons vers Condrieu sur la N 86. Ce sera notre 2ème contrôle (km 170 ; 15 h 30) et là encore, un arrêt de 40 min sera le bienvenu, au chaud dans un bar à grignoter et à discuter avec quelques clients un peu surpris par nos pérégrinations.
Nous rejoignons la N 7 à Péage-de-Roussillon pour accompagner le Rhône dans sa folle randonnée vers la Méditerranée. Il sera 19 h 20 lorsque nous nous arrêterons pour la nuit à l’hôtel  » Formule 1  » de Bourg-lès-Valence (km 232) non sans avoir auparavant pris quelques photos de champs de pêchers en fleurs sur fond de sommets enneigés et pointé à Pont-de-l’Isère.

À 6 h 30 en ce jour de Pâques, nous repartons vers St-Paul-Trois-Châteaux après avoir bien déjeuné. Pas un chat dans Valence à cette heure matinale où nous franchissons à nouveau le Rhône pour repasser sur la N 86. Le mistral nous pousse ; que demander de mieux !

La Voulte, Le Pouzin, Cruas et Rochemaure et leurs châteaux moyenâgeux haut-perchés, Le Teil et enfin Viviers (km 297). Nous avons bien mérité un arrêt de 20 min et un « petit noir » régénérateur tout en pointant notre 4ème contrôle.
Le reste de la randonnée ne sera que formalité, poussés par un mistral de plus en plus présent (presque un « mistral gagnant » comme aurait dit Renaud). Après avoir franchi une nième fois le Rhône au niveau de Pierrelatte, ce sera l’épilogue dans la capitale du Tricastin (km 318) où grouillent de nombreux cyclos aujourd’hui. Nous devions arriver avant 11 heures et il n’est que 10 h 20.
Nous retrouvons beaucoup de têtes connues avec lesquelles on peut échanger quelques mots et quelques souvenirs. Dommage que la météo ne soit pas de la partie aujourd’hui dans ce joli coin de Provence ! Pour la plupart, les gens ne s’attardent pas, frigorifiés, et nous non plus n’allons pas « faire de vieux os » ici, un peu déçus de ne pas avoir pu discuter davantage avec plusieurs amis.
La fête est gâchée, mais, à part cette apothéose un peu manquée, nous sommes personnellement tout à fait satisfaits de nos premières « Traces » … qui, au départ, n’ont pas été un vain mot abstrait : on pouvait en effet bien nous suivre … à la trace sur les routes givrées de la Bresse !

Jean-Claude et Nicole CHABIRAND (équipe n° 26)
(Randonneurs Cyclos de l’Anjou)

“La TRACE VELOCIO 2008 est morte,… Vive la TRACE VELOCIO 2009”
Ceci pour plagier l’adage en vigueur à la Cour Royale de France: “Le Roi est mort, … Vive le Roi” !

Mais, pour nous les cyclotouristes notre Mentor, notre Guide, notre Roi, pourrait-on dire, n’est point mort puisque, chaque année dans le cadre de Pâques en Provence, organisé et géré par l’AUDAX CLUB PARISIEN, le plus grand club cyclo de France dans ses multiples facettes, nous fêtons Paul de VIVIE (alias VELOCIO) et lui rendons un fervent hommage pour l’esprit et l’éthique qu’il a su nous transmettre.

Certes nous sommes très impressionnés par le parcours qu’il effectuait lors du congé de Pâques entre Saint Etienne et la Provence (le plus souvent en direction de Maillanne pour y retrouver ses amis ROUMANILLE) avec son vélo de l’époque qui devait peser peut-être 25 ou 30 kilos bagages compris et muni d’une lampe à acétylène pour éclairer sa route ! … Alors a ujourd’hui, nos Flèches, nos Traces, même si elles génèrent une certaine fatigue et nous font affronter des intempéries diverses et stressantes, nous donnent par comparaison matière à réfléchir
Au CYCLO SPORT PROVENCAL en 2008, j’ai pu, cette année encore avec l’aide de mes coéquipiers et à l’issue de nos entraînements d’hiver, organiser 3 Traces VELOCIO. Nos valeureuses cheftaines de route 2007 ayant reçu un satisfecit unanime l’an dernier, j’ai reconduit leur “titre”, après avoir consulté Yvette PENDU et obtenu sa “bénédiction” puisque c’est elle qui préside, au sein de l’ACP à la destinée des TRACES VELOCIO: Bravo …

Nous avons donc roulé sous le commandement de nos cheftaines en direction de St Paul Trois Châteaux, certains espérant être particulièrement chouchoutés cette année, puis bordés dans leur couche avant de tomber dans les bras de Morphée lors de notre halte de nuit à SAHUNE.
C’est raté … peut-être l’année prochaine, va savoir ? … Tout ceci pour vous dire que les trois Traces se sont déroulées dans la camaraderie, l’amitié, en pratiquant l’esprit d’équipe et dans l’éthique des principes de notre Fédération.

Pour les parcours et les anecdotes relatives à notre itinéraire comme pour tout itinéraire cyclo qui alimente abondamment nos échanges verbaux, je laisse la place, une large place même (sic) à JOSETTE, CHANTALE et FLORENCE qui sont bavardes !!, mais bavardes ! Quelle aubaine, il se trouve que nous aimons bien les écouter.

Rendez-vous est pris pour 2009 où nos itinéraires nous conduiront au PONTET près d’Avignon. Bien sûr, les participants 2008 seront là et j’invite en plus tous les adhérents du Club qui voudront bien se joindre à nous à venir fêter et participer à Pâques en Provence

Allez, portez-vous bien, faîtes du vélo comme vous aimez et à l’AN QUE VEN

André Beccat – Mars 2008


TRACE VELOCIO 22-23 mars
« AIX EN PROVENCE à SAHUNE à ST PAUL LES 3 CHATEAUX »

Cette année encore notre ami André nous avait préparé pour Pâques 2008 une belle trace Velocio pour rejoindre Saint Paul 3 Châteaux ; André avait formé 3 équipes avec aux commandes une féminine. Vendredi soir, une météo très pessimiste nous préparait à vivre des moments très durs sur le vélo, car nous étions tous prêts à prendre le départ samedi matin quelque fut le temps.

Trace 3 : Yves-Josette-Patrice
Trace 2 : Florence-Claude-André-Julien
Trace 1 : Alain- Chantal- Jean Claude

Samedi matin je fus agréablement surprise de me lever avec un beau soleil.


J’ai retrouvé mes coéquipiers, et sommes partis aidés par un vent favorable jusqu’à Ginasservis où nous avons fait une pause café. Nous avons rejoint Les Mées pour nous restaurer et retrouver les 2 autres traces. Nous avons partagé un moment dans la bonne humeur, sans oublier les œufs de Pâques.

Chaque trace est repartie selon l’heure d’arrivée, le soleil toujours avec nous.

Cela à commencer à devenir menaçant vers Monjay, de gros nuages noirs recouvrirent les sommets, les premiers flocons, finalement on s’est pris une averse de neige dans le début du col de la Flachière et nous sommes arrivés au col sans être mouillé. Nous avons poursuivis sur Saint André de Rosans, gelés nous avons envahi l’auberge du village où deux braves femmes nous ont servi thé et chocolat autour de la table familiale et du poêle pour nous réchauffer.

Nous sommes repartis ragaillardis sous la conduite d’André par une petite route où nous avons rejoint la nationale puis Sahune à 18h30 et 215kms (trace3) -(« même pas mouillé »).
Après un bon repas et un bon moment partagés entre ami où André nous a dévoilé ses dons de chanteur chacun s’en est allé vers une bonne nuit réparatrice.

Dimanche matin départ de Sahune à 6h, frontale ou lumière sur les vélos. Il faisait plutôt froid (–2° -4°), après Nyons nous avons eu droit au mistral latéral jusqu’à Réauville, ensuite il nous a poussés jusqu’à St Paul 3 Châteaux. Comme d’habitude André avait bien calculé, ma montre indiquait 8h59 lorsque nous sommes arrivés à l’accueil.

Arrivée à Saint Paul les 3 Châteaux
Josette-Julien-Claude-André
Accueil par Yvette Pendu
Yves-Josette-André-Yvette-Charles-Chantal-Patrice

A Saint Paul, joli village de la Drôme Provençale, il y avait une super organisation : parking sécurisé pour les vélos, ravitaillement, boissons.
Julien et Claude sont repartis en vélo aidés par un fort mistral.
Florence, Charles, Yves et moi-même avions prévu de repartir en vélo sur Aix lundi matin de façon à faire un parcours découverte le dimanche. Le mistral et le froid nous ont rebutés, nous nous sommes préservés pour le retour.

Lundi matin surprise, les voitures étaient recouvertes par la neige et les flocons continuaient à tomber. Changement de programme, nous embarquons les vélos dans les voitures et rentrons tous un peu déçus. Anne, Stéphane, Jean Noël, Alain, Joëlle, Jean Claude et Monique devant rester le lundi.
On se souviendra de ce Pâques 2008.

Josette HOHL

La Trace Velocio 2008 ou “On peut toujours découvrir des choses nouvelles…”

A l’invite des collègues des sorties du mercredi, je me laisse entraîner dans une aventure nouvelle pour moi: la Trace Velocio. Le principe est très simple: boucler un maximum de km en 24h pour rejoindre St Paul Trois Châteaux, lieu 2008 de rassemblement de “Pâques en Provence”. J’avoue ma petite inquiétude avant le départ, étant plutôt “juste” en forme et en endurance par rapport à mes collègues. Inquiétude renforcée par l’annonce d’une météo pour le moins médiocre pour le week-end de Pâques, confirmée par un froid inhabituel et la pluie les jours précédant le départ. Mais on est inscrit … on va y aller ! Pour être tout à fait honnête, la pluie a eu moins l’avantage de me donner une excuse pour ne pas nettoyer le vélo avant le départ !

Trois équipes s’élancent au petit matin du 22 mars, sous un ciel ma foi plus radieux que prévu, mais sous une fraîcheur toute hivernale. Les optimistes disent: “c’est gagné”, les prudents: “on verra à Sisteron”. Chaque groupe suit un itinéraire différent jusqu’aux Mées, point de ralliement pour la pause midi.

Mon groupe se compose de Chantale, capitaine de route, son fidèle chevalier René, Charles, Alain et moi-même. Il ne faudrait pas oublier notre fée Clochette, Marie-Thérèse, qui nous suivra tout au long de la journée, emportant bagages, prenant les photos, récupérant les vêtements superflus, pourvoyeuse d’eau et positionnée aux endroits stratégiques pour nous éviter les erreurs d’itinéraire. Une fée vous dis-je !
Le menu du jour est appétissant: 196 km pour rejoindre Sahune, 20 km au nord est de Nyons, via Manosque, Sisteron, le col de la Flachière (pas facile à trouver sur une carte !).

Au vu de la distance, le rythme est tablé sur 20 km/h, petits arrêts compris comme le précise notre mentor André. Passent les parcours maintes fois faits: Pertuis, La Bastide des Jourdans. Voilà déjà Manosque que Giono m’avait fait rêvé petit village provençal et qui est une ville champignon animée, mais si loin de mes lectures adolescentes ! Sortie de Manosque, vue grandiose sur les Alpes enneigées (de la fraîche).
La seule question que chacun se pose en son for intérieur, sans le laisser transparaître, c’est: la limite de la neige est-elle plus ou moins haute que 870m ? C’est que c’est l’altitude du col à franchir l’après-midi.

Le vent commence à se faire sentir sur la remontée de la vallée de la Durance et la pause midi aux Mées est la bienvenue. Les trois groupes se retrouvent en faisant presque mine de ne pas se reconnaître … nous sommes sensés suivre des itinéraires différents, je vous le rappelle.
Toujours le vent contraire, quelques bosses bien senties et voici Sisteron, vu de son plus beau profil de la rive gauche de la Durance. Après Laragne, la neige commence à poindre sur les bas-côtés au nord. Inquiétant, d’autant que les nuages noirs apparaissent devant. En se rapprochant ils se transforment en une bruine blanche. Pas de doute, il neige devant et l’itinéraire nous y conduit directement. A Trescleoux, nous y sommes, giboulée de neige. Vêtements de pluie, hésitations, car si la fée Clochette nous apporte capes et K-ways, elle nous apporte aussi la tentation d’une voiture bien chaude ! Courageux, nous résistons à cette tentation et repartons. Bonne décision car finalement l’averse de neige est légère et ne dure pas. La montée du col de la Flachière est un régal pour le non-grimpeur: montée régulière à 2 ou 3% sur un billard bien roulant, juste ce qu’il faut. Photos au col: c’est un nouveau col pour tout le monde. Encore quelques kilomètres et nous voici au point de rendez-vous à St André de Rosans. Je reste persuadé qu’André Beccat l’a choisi à dessein.

Comme de bien entendu, nous sommes les derniers arrivés et le temps de voir arriver un chocolat chaud, délicieux mais brûlant, voilà que tout le monde repart ! Cruel dilemme. Option 1: Se brûler la langue et rejoindre la troupe Option 2: Se priver d’un si bon chocolat Option 3: Boire tranquille, déguster et voir venir. Nous ne sommes plus qu’à 33 km du but, le chocolat est super, il fait froid, c’est donc tout naturellement cette option qui est retenue après bref conciliabule interne.
Mais, sur cette Trace, il n’y a pas que la fée Clochette, il y a aussi un président qui a l’oeil partout et qui a fait demi tour pour m’attendre. Bonne précaution car tout le monde dans l’auberge m’indique à gauche la route de Rosans, alors qu’on doit prendre à droite celle du Moulin de Mange-Fèves (je n’invente rien !). Bras sur le guidon de triathlète, Patrice me ramène vite fait sur le groupe, il n’y a juste que dans le petit faux plat remontant qu’il faut serrer les dents pour rester dans la roue. Le final est bien sympathique, faux plat descendant presque continu: la moyenne remonte !!

Hôtel simple et chaleureux à Sahune. Repas très convivial, chacun y va de son histoire. A retenir la prestation d’André dans ses chansons de geste: l’une médiévale et bien bouclée et une marseillaise pantalon plutôt débouclé. Les participants me comprendront. Pour les autres, que cela les incite à faire la Trace l’année prochaine. Comme le dit si bien Mr Michelin, “ça vaut le voyage” !

Quelques heures de sommeil et vient le moment vraiment désagréable: le lever à 5h et le départ dans la nuit à 6h. D’autant qu’il fait froid et que, toutes les minutes du premier quart d’heure de route, Alain nous annonce de sa forte voix: -1° …. -2°. Des protestations sourdes sont perceptibles dans le peloton. Extinction des éclairages à Nyons, et une bonne remontée sur Rousset les Vignes se charge de nous réchauffer. Retenez le nom de Taulignan, magnifique village provençal encerclé par ses remparts et tours. C’est sûrement celui là qu’évoquait Jean Giono.

Ce sera un jour de mistral à n’en pas douter et il se fait sentir le bougre dès qu’il a la mauvaise idée de ne pas nous pousser. Cette idée ne lui viendra qu’après Réauville pour un final “boulet de canon”. La modestie m’oblige à dire que c’est toujours le cas dans les faux plats descendants avec vent de dos.

Arrivée à St Paul Trois Châteaux, déjà très fréquenté par des cyclos venus de toute la région. Je laisse là mes compagnons de route, car la famille se réunit pour Pâques à Aix. Certes, les jambes sont un peu lasses mais les sympathiques endomorphines sécrétées par mon corps me font sentir cette fatigue avec un grand bonheur. Je l’ai fait.
Un conseil de “néophyte”: faites-le !
Jean-Claude Yvon

Pâques en Provence 2008

Par 3 Traces « Véloccio » nous sommes parvenus à rejoindre ce charmant village de la Drôme qui répond au nom de « Saint Paul Trois Châteaux ».


Pour les 12 participants à ces traces, le maître mot qui nous vint immédiatement à l’esprit fut une fois de plus le « Temps » et ses caprices.
Ce fut en effet Pâques aux tisons, surtout sur la route. Mais nous ne dénombrerons aucun abandon, malgré des états de forme loin d’être au top (félicitations à tous).
Nous avons pu également passer une excellente soirée à Sahune, près, voire un peu trop près pour certains, de la cheminée, en compagnie de notre fidèle, à ces rendez-vous pascaux, Gilbert Liotard et un couple d’amis cyclotouristes.

Un grand merci à André qui, par un investissement certain, a su nous organiser cette sortie et nous enrichir notre livre de souvenirs. Cerise sur le gâteau, il nous a dévoilé ses talents de chanteur m’autorisant à croire qu’il pourrait nous rejoindre Jacques Hatier ou moi-même dans nos chorales respectives.

Merci aussi à « Marité » pour son accompagnement rassurant.

Vivons 2008, bien sûr, mais souhaitons pouvoir renouveler cet évènement, déjà en 2009 et plus si affinité.

Patrice Paineau

Trace Velocio 2008 vue par Chantale

Nous voici tous réunis aux Platanes pour le grand jour, ce samedi 22 mars : Alain Becker, Charles Brillet, Jean-Claude Yvon, René Scorletti et moi-même. 7h45, prêts pour le départ de notre trace, direction Sahune pour ce soir et demain matin Saint Paul Trois Châteaux.

Contre toute attente, le beau temps est au rendez-vous et malgré les 4°C nous démarrons avec enthousiasme. La Bastide des Jourdans, Manosque, Les Mées où nous apprécions notre casse-croûte sous la protection des « Pénitents ». Mes coéquipiers étant très attentionnés, ils ont droit aux oeufs de Pâques en chocolat transportés dans ma sacoche. Là nous retrouvons les traces de Josette et Florence pour quelques instants de convivialité avant de repartir chacune suivie de ses partenaires. Que les montagnes sont belles sous leur manteau de neige resplendissant au soleil ! Sisteron nous accueille nimbée de lumière. Ses vieilles maisons étroitement serrées s’étagent jusqu’à l’élan final de la citadelle qui se détache sur le ciel pur. Au pied, la Durance toute verte lui fait un écrin scintillant. La Durance nous accompagne le long de la petite route de Ribiers jusqu’à Laragne. J’ai une petite pensée émue : ce fut mon premier poste à mon arrivée dans l’Académie d’Aix-Marseille. Puis, peu à peu, le ciel se couvre. Les nuages deviennent menaçants.
Après Trescléoux nous redoutons les bourrasques de neige que nous voyons au loin descendre de la montagne sur la vallée, nous y allons droit dessus. Nous voilà sous un violent vent de face avec une giboulée de neige qui nous fouette le visage. Marie-Thérèse, qui nous accompagne depuis notre départ, est là, rassurante. Elle sort de sa voiture, s’inquiète pour la poursuite du programme ; elle est prête, sur une demande angoissée de René, à me prendre à ses côtés, mais je refuse.

Ce n’est que le début de l’averse, elle ne durera peut-être pas… Nous repartons courageusement malgré le froid glacial. Et, surprise ! Le ciel m’a entendue ! Peu à peu la neige cesse, se transforme en une pluie légère qui ne nous gêne plus. Nous poursuivons, tranquillisés par l’assistance souriante de Marie-Thérèse. Que trouverons-nous au col de La Flachière ? Il se révèle n’être qu’un long faux-plat montant. Une perturbation est bien gentiment restée à notre droite et une autre sur notre gauche, juste une percée au centre pour notre passage. Jean-Claude immortalise ce moment dans sa « boîte à images ».

A Saint André de Rosans nous nous retrouvons tous pour poursuivre la descente sur Sahune.
« Pas besoin de repas ce soir », nous affirme André, « nous passons à Mange-Fèves ! ». La pluie menace encore et nous « traçons » au maximum pour arriver à Sahune bien essoufflés mais épargnés par les intempéries. Charles, avec une côte fêlée, est heureux d’avoir fait le parcours sans trop souffrir. Le repas du soir est animé ; les jambes sont lourdes pour gravir les escaliers jusqu’aux chambres.

Le réveil à 4h15 est redoutable. Départ au petit matin à 6h pour découvrir les paysages de la Drôme. Il fait 0°c mais la route est sèche. La nuit est claire. La pleine lune entre deux collines sur un ciel bleuté joue à cache-cache avec les nuages au-dessus d’une large prairie gelée que j’ai prise tout d’abord pour un lac aux eaux vertes. Puis un ciel plus chargé nous accompagne jusqu’à Nyons, mais pas de vent. Il commencera à vraiment souffler après Nyons, il dégage le ciel, fait briller le soleil levant, mais, dur ! dur ! quand il est de face. Malicieusement, Alain fait accélérer l’allure …nous risquerions de tomber !… il faut suivre ! Ce n’est pas facile mais le but est tout proche. Nous passons non loin de Vinsobres, une petite goutte m’aurait-elle aidée ?… Au loin la silhouette du château de Grignan. Nous admirons le château de Roussas serti dans un petit village accueillant avec ses maisons aux terrasses ensoleillées. Nous sommes à deux pas de l’autoroute mais les vaches paissent tranquillement dans la vallée bucolique. Enfin le vent va nous pousser jusqu’à Saint Paul Trois Châteaux où nous sommes heureux de retrouver Anne, Stéphane, Joëlle et Jean-Noël qui, la veille, ont participé aux festivités de Pâques en Provence.

Merci à André pour ce beau parcours qu’il a travaillé depuis plusieurs mois. Même les horaires prévus ont été respectés à la minute près ! Ce sont des moments d’amitié partagée qui ne s’oublient pas.

Chantale Scorletti